Sarà perché le nostre orecchie non hanno le palpebre e non possono decidere liberamente di ignorare un suono come invece può lo sguardo sull’immagine.
Che si tratti del fragore di fulmini in una tempesta o di una insignificante ma inesorabile goccia d’acqua di un lavandino, il suono ci sovrasta con la sua presenza insolente.
Se ci rifiutiamo di prestargli ascolto, si insinua prepotentemente nella nostra percezione e lì produce i suoi effetti.
Ecco che il suono può diventare un insidioso strumento di manipolazione sensoriale e nelle mani giuste trasforma ciò che vediamo in qualcosa di più … qualcosa che sentiamo.
2022-11-15